Anche il golf è in prima linea contro il Covid-19

Il dilagare del Covid-19 ha dato un duro colpo a tanti settori, primo tra tutti quello turistico. Anche lo sport sta però soffrendo a causa della pandemia: i luoghi di allenamento sono chiusi, così come i punti di ritrovo per gli appassionati. Il golf non fa certo eccezione.

Mentre i golf addict di tutto il mondo cercano modi per allenarsi anche a casa, i golf club e i pro si muovono per dare il proprio contributo in questo momento difficile. In che modo?

I major hanno dato forfait. Almeno per il momento

Purtroppo tutte le manifestazioni sportive si sono dovute interrompere per l’emergenza Covid-19, compresi i grandi tornei di golf che stavamo aspettando. Uno dopo l’altro, infatti, i major hanno annunciato lo stop temporaneo.

All’inizio The Open aveva annunciato solo l’annullamento di due eventi minori, ovvero il R&A Student Tour Series Final e il R&A Girls’ U16 Amateur Championship. Dato che il torneo si svolge normalmente a luglio, si pensava che non ci sarebbero stati problemi per quella data. A inizio aprile è arrivata la stangata, invece: l’edizione 2020 è annullata.

Per dare un’idea di quanto sia stata radicale questa scelta, basti pensare che l’unica cosa che era riuscita a fermare il torneo era stata la Seconda Guerra Mondiale. Insomma, solo bombe e pandemie possono impedire agli inglesi di giocare a golf.

E gli altri tre tornei major?

Il PGA Championship, che si sarebbe dovuto tenere a maggio, è stato rimandato ad agosto. L’U.S. Open è stato invece spostato a settembre. L’ultimo a cadere è stato The Masters, che ci ha sperato fino all’ultimo. Invece si è dovuto fare anch’esso da parte, rimandando l’84° edizione a novembre 2020.

Non solo parole: golf addict uniti contro il virus

Tre major  su quattro si dovrebbero comunque tenere, nonostante la pandemia. Il vero problema sono i tanti eventi satellite, più della metà dei quali sono stati annullati. Ciò comporta degli ovvi danni per organizzatori, giocatori e per tutte le persone che lavorano nel golf. Ci sono state però anche ripercussioni meno ovvie.

I tornei di golf sono da sempre un’occasione per fare beneficenza. Ci sono associazioni benefiche che raccolgono oltre il 90% dei propri fondi durante i tornei. Niente tornei, niente fondi e, ovviamente, niente azioni benefiche. Ciò ha spinto giocatori e club a unirsi per rimediare – almeno in parte – a queste perdite.

Il golfista Max Homa ha promesso ai fan che, se avessero raccolto almeno 40.000 dollari per le banche del cibo, si sarebbe depilato gambe e braccia. I fan hanno risposto con generosità e il povero Max ha scoperto le gioie della ceretta. Nel mentre, l’Augusta National ha donato 1 milione di dollari all’Università di Augusta e 1 milione al fondo d’emergenza CSV Covid-19.

Senza ceretta.

Quando e come si tornerà in campo?

È bello sapere che i grandi del mondo del golf si stanno mobilitando per i meno fortunati, ma rimane una domanda: quando potremo tornare a giocare? La risposta non è semplice, dato che la situazione è ad oggi incerta.

Federgolf ha rilasciato una bozza di regolamento per consentire un rientro sicuro in campo. Non è stato ancora approvato ed è probabile che subirà diverse modifiche, ma per il momento è l’unica cosa che abbiamo.

La bozza mette in evidenza come il golf sia forse uno degli sport più sicuri in questo momento. Dato che ogni campo misura in media 65 ettari, rispettare le distanze di sicurezza è abbastanza facile. Nei campi prova  le distanze tendono ad essere un pochino minori; Federgolf propone quindi di aumentare gli spazi divisori e di regolare l’utilizzo dei distributori di palline.

Se rispetteremo tutti poche semplici regole e ci metteremo un po’ di buon senso, riusciremo a tornare in campo presto e in sicurezza.


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