La storica Catherine Lewis ha dedicato un intero libro alla passione del Presidente Eisenhower per il golf. In “Don’t Ask What I Shot” parla non solo del terribile pino di Eisenhower, ma anche di come il Presidente rese il golf uno sport per la classe media. Almeno negli Stati Uniti. Fu infatti il suo amore per lo sport a trasformarlo in un intrattenimento per tutti, non solo per i ricchi. Come accadde tutto questo?
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Dai campi da golf ai giornali
Eisenhower aveva imparato a giocare a golf negli anni ‘20, durante la guerra, mentre era un giovane ufficiale dell’esercito statunitense. Una volta tornato a casa, aveva continuato a giocare finché non era scoppiata un’altra guerra. Era quindi partito e, nonostante la situazione critica, aveva continuato a giocare a golf ogni volta che ne aveva l’occasione. Ad oggi, abbiamo foto di lui in uniforme mentre gioca.
Insomma, quando divenne Presidente nel 1952, Eisenhower era già un golf addict con i fiocchi e non aveva paura di mostrarlo.
I presidenti precedenti erano sempre stati piuttosto timidi, sul campo da golf. Coloro che giocavano non si erano lasciati fotografare con frequenza. Al contrario, avevano sempre trattato la loro passione come qualcosa di riservato, da tenere lontano dagli sguardi indiscreti. Per Eisenhower la storia fu molto diversa.
Campi da golf e politica: uno strano mix?
Nell’immaginario comune, il campo da golf è anche un posto per fare affari e parlare. L’atmosfera rilassata – quando non ci sono alberi di mezzo – e i tempi morti permettono infatti di parlare di cose futili così come di cose importanti. Eisenhower lo sapeva bene, tant’è che usò il campo da golf come sala per alcune delle riunioni più importanti del suo mandato.
Si dice che scrisse il suo State of the Union Address nella sala dell’Augusta National, addirittura.
Per lui, il golf era indubbiamente un modo per stemperare la tensione e per stemperare la tensione degli interlocutori. Ciononostante, era soprattutto una passione difficile da nascondere, anche volendo. In in 8 anni di presidenza, Eisenhower giocò circa 800 round: un round ogni 3-4 giorni circa. Anche quando non riusciva a giocare un intero round, si prefiggeva di fare almeno qualche swing ogni giorno. Arrivò a far installare un campo prova alla Casa Bianca.
Ovviamente, la frequenza con cui calcava i campi da golf dava moltissime occasioni per fotografarlo in gioco. Lui, dal canto suo, chiedeva solo di non pubblicare i suoi punteggi. Ben presto, quindi, i giornali si riempirono di foto del Presidente mentre giocava a golf.
Come il Presidente fece esplodere The Masters
Foto dopo foto, gli statunitensi iniziarono a prendere familiarità con il gioco del golf. Eisenhower era un Presidente amato, il che rendeva qualunque cosa facesse un affare di stato, o quasi. Il golf non faceva eccezione: sempre più cittadini comuni decisero di imitare il Presidente, dando una chance a quel gioco che avevano sempre visto come roba da ricchi.
La nuova passione degli statunitensi ebbe conseguenze anche sui tornei e, in particolare, su The Masters.
Eisenhower era membro dell’Augusta National Golf Club da prima di diventare Presidente e lo adorava, a parte per il famigerato albero. Molte delle foto che lo ritraevano sul green erano state quindi scattate lì, trasformando il golf club in un luogo quasi familiare per milioni di statunitensi. Questo mise sotto i riflettori anche The Masters, il torneo major che si teneva – e si tiene – lì.
L’edizione 1953 del torneo fu un successo tra il pubblico: migliaia e migliaia di persone si riversarono nel club, superando le 15.000 dell’anno precedente. Il successo non fece che crescere man mano che il Presidente diventava più famoso, fino a diventare la pietra miliare del golf che è oggi.
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