Personalizzare le proprie palline non è obbligatorio: non esiste alcuna regola ufficiale che obblighi Amateur o Professional a segnare le proprie palline sul campo. D’altra parte, sta al giocatore riconoscere e colpire la pallina giusta, cosa tutt’altro che facile senza un qualche tipo di identificatore.
Dato che le palline da golf si assomigliano un po’ tutte (almeno sul piano estetico), è prassi comune segnarle prima di iniziare una qualsiasi competizione. Per questa ragione, tutti i Professional hanno un modo loro per rendere le proprie palline uniche e riconoscibili a colpo d’occhio.
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Una linea, poco originale ma utile
Molti giocatori, professionisti e non, segnano le loro palline con una linea che ne segna la circonferenza. Alcuni tracciano una linea più lunga, altri si limitano a un piccolo tratto, ma rimane una cosa tutto sommato comune.
La linea serve come riferimento per allineare la pallina al putter, quindi ha una funzione pratica più che di riconoscimento. Molti non la usano nemmeno più, ma continuano a disegnarla soprattutto per abitudine.
Alcuni Professional usano la linea anche per marchiare le proprie palline: esistono infatti servizi di personalizzazione che tracciano linee con al centro il nome del giocatore, realizzate nel colore che si preferisce. Basta però anche un semplice pennarello indelebile, a patto di avere la mano ferma.
Il proprio nome o le iniziali
Gran parte dei campioni puntano sulla semplicità per marchiare le proprie palline: nome o soprannome sono più che sufficienti per distinguere la pallina da quella degli altri. Banale? Forse, ma sicuramente efficace.
Le palline di Tiger Woods riportano un semplice “Tiger” in stampatello, ad esempio. Rory McIroy usa invece il diminutivo “Rors” per personalizzare le sue palline. Quanto a Lydia Ko, lei si accontenta delle proprie iniziali tracciate con un pennarello. E poi c’è Louis Oosthuizen, che scrive le iniziali dei membri della famiglia invece delle sue.
I più fanno stampare nome o soprannome direttamente sulle palline, anche se questo le fa costare un poco di più. Se non hai voglia di rivolgerti a un servizio del genere, ti basta usare un pennarello o anche uno stampo personalizzato; in questo secondo caso, occhio a usare un inchiostro indelebile.
Pallini e stelline
Altro modo comune (forse troppo) per personalizzare le proprie palline è disegnarci un pallino sopra. A seconda delle preferenze, i pallini possono essere più o meno grandi, colorati o neri, raggruppati o sparsi.
Tyler Duncan usa un pallino rosso brillante e Brittany Altomare fa la stessa cosa. Mentre però il primo traccia il pallino sul retro della pallina, la seconda preferisce disegnarlo subito sotto il marchio. Perfino il campione Phil Mickelson disegna dei semplici pallini sotto il marchio della pallina per personalizzarla.
L’anno di nascita e altre date importanti
Infine, un modo particolare per personalizzare le proprie palline consiste nell’usare una data. Di solito bastano due numeri, corrispondenti all’anno che si è deciso di usare come identificativo. Per alcuni è semplicemente l’anno di nascita, mentre altri preferiscono usare anni importanti per la propria carriera.
Sergio Garcia è un sostenitore di questa seconda soluzione, almeno negli ultimi anni. Le sue palline sfoggiano infatti un bel “17”, che sta per l’anno “2017”. Quello fu l’anno in cui vinse la Giacca Verde ai Masters, un bel traguardo per qualsiasi golfista. Jason Day preferisce invece un bel “87” che sta per “1987”, il suo anno di nascita.
I modi per personalizzare una pallina sono infiniti, tanti quanti i giocatori che calcano l’erba del green. Come accennato, i più esigenti possono ordinare delle palline già personalizzate nel modo che preferiscono, ma non è strettamente necessario. Alla fine bastano un pennarello e un minimo di attenzione sul campo.
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