Certi alberi sembrano in grado di spostarsi insieme a te, solo per renderti più difficile mandare la pallina in buca. A meno che tu non stia giocando in un campo da golf stregato, dovrebbe essere solo un’impressione. Dovrebbe.
Fino a qualche anno fa, all’Augusta National c’era un albero con una fama diabolica. Si diceva che avesse messo in crisi una delle grandi menti della Seconda Guerra Mondiale, dando inizio a una lotta senza quartiere contro di lui. Veniva chiamato l’Albero di Eisenhower ed era l’ossessione del generale e futuro presidente degli Stati Uniti.
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L’albero più odiato da Eisenhower
Siamo nel 1948, qualche anno dopo la fine della guerra. Eisenhower si gode finalmente un po’ di pace e diventa membro dell’Augusta National, che adora. Per lui, è un golf club perfetto con un campo da golf perfetto sotto tutti i punti di vista, tranne uno: il dannato pino della 17a buca.
Di per sé, il pino non ha niente di particolare: è un pino taeda, nativo del sud-est degli Stati Uniti, alto quasi 200 metri. Il problema è che sta proprio in mezzo al fairway della 17a buca: sembra essere fatto apposta per intrappolare le palline nelle sue diaboliche fronde. O quanto meno, per intrappolare le palline di Eisenhower.
Ogni benedetta volta che va a giocare all’Augusta, colpisce quel caspita di albero: non si può andare avanti così. L’albero deve sparire. Dal 1948 fino al 1969, Eisenhower combatte una delle sue battaglie più dure e violente, ovvero quella per far tagliare il dannato pino. Battaglia che non vincerà mai.
A dispetto del suo ruolo di capo della nazione, Eisenhower non riesce a spuntarla contro l’albero, che rimane tronfio al suo posto. Il suo odio è così forte e così manifesto, che l’albero acquista un nome: l’albero di Eisenhower.
La triste fine del pino leggendario
Eisenhower muore senza riuscire a spuntarla contro il terribile albero, che rimane con le radici ben salde nel fairway della 17a buca. Per conto suo, l’albero continua ad esercitare la sua influenza molesta su chiunque si avvicini alla buca, proprio come se avesse una propria personalità.
Nel 1999, mentre ristrutturano il campo, si parla di tagliarlo per liberare il fairway, ma non se ne fa niente. Nel 2003, il pino viene accusato da Tommy Aaron di essersi “mangiato” una sua pallina durante i Masters. Nel 2011, fa lo sgambetto a Tiger Woods, che cade e si lesiona il tendine di Achille.
Nonostante tutto questo – o forse grazie a ciò – il pino ha una personalità troppo forte per tagliarlo davvero. A modo suo, l’albero di Eisenhower è un pezzo di storia dell’Augusta National. Poi arrivano gli eventi del 2014 e l’albero muore.
In quest’anno terribile, una tempesta di ghiaccio si abbatte sul golf club e sul pino. I proiettili di ghiaccio lo feriscono in profondità, l’albero comincia a deperire. Disperati, i responsabili del club chiamano i migliori arboricoltori del paese per salvarlo. Purtroppo, gli esperti sono unanimi: per l’albero di Eisenhower non c’è più niente da fare.
Una nuova casa per l’albero di Eisenhower
Il pino è un pezzo di storia del club, come detto: non possono limitarsi a sradicarlo. Per mantenerne intatta la memoria, l’Augusta National Golf Club ne fa tagliare una sezione. Adesso l’ultimo frammento dell’albero che fece tanto arrabbiare Eisenhower riposa dietro una teca, a imperitura memoria di tante palline perse.
Dove muore un albero, però, può sempre ricrescerne un altro. Il Dalmeny Golf Club, in Scozia, ha esso stesso un albero nominato in onore di Eisenhower, anche se questo è una quercia. Alla notizia della morte del pino, il club invia una ghianda all’Augusta National, affinché possa piantare un nuovo albero di Eisenhower.
Chissà se questo riuscirà a far arrabbiare un altro presidente degli Stati Uniti.
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