Dal basket al golf: la strana storia di Gary Woodland

Secondo l’Official World Golf Ranking, Gary Woodland è il diciannovesimo golfista al mondo. Nel 2019, ci ha fatti sognare con una splendida performance agli U.S. Open, che gli è valsa la sua prima vittoria in un Major. Eppure, il primo amore di Gary non è il golf.

Gary Woodland nasce come cestista e questa è la sua strana storia.

Una vita votata al basket

Che sia chiaro: Gary Woodland gioca a golf da sempre. Nella sua scuola, la Shawnee Heights High School di Topeka, è una piccola star sia nella squadra di golf sia nella squadra di basket. Quando gioca a basket, difende la sua porzione di campo con una dedizione che sfiora la cattiveria. Una volta, è perfino finito in ospedale per un placcaggio forse un po’ troppo veemente.

Nonostante il ragazzo non sia altissimo – “appena” 185 cm – tanta passione non può che sfociare in una sfavillante carriera da cestista. Diverse università gli propongono di entrare nelle loro squadre, offrendogli una borsa di studio per meriti sportivi. Alla fine ne sceglie una della Divisione II, la Washburn University.

Nella sua testa, la Washburn è una scelta buona ma comunque provvisoria. Lui mira in alto. Lui mira a giocare nella squadra di basket dell’Università del Kansas. Si butta a capofitto nel basket, migliora i suoi punteggi e riesce a segnare in media 6 punti a partita. Per qualche tempo, sembra dimenticare il golf.

Finché una sera la sua strada non incrocia quella di Kirk Hinrich.

Il destino ha un nome: Kirk Hinrich

La squadra di basket della Washburn è seconda nella Divisione II, mentre la squadra dell’Università del Kansas è prima nella Divisione I. Le due squadre si dovranno sfidare. Si tratta della prima partita ufficiale per Gary, che però si sente pronto: in fondo, è o non è stato State Champion per due anni? Questa è la sua grande occasione per dimostrare a sé stesso e agli altri quanto vale.

Chissà, forse riuscirà a farsi notare. Forse il suo sogno di entrare nell’università del Kansas è un po’ più vicino.

La partita inizia e Gary prova a marcare uno degli attaccanti dell’altra squadra. Gary è aggressivo come al solito, eppure continua a schiantarsi contro la difesa di questo ragazzo allampanato con gli occhiali. Qualunque cosa faccia, non trova una sola apertura. Non riesce a fermarne l’avanzata in nessun modo, la sua difesa si sbriciola di fronte a lui.

Con sommo orrore, Gary si rende conto che i suoi titoli e i suoi premi sono carta straccia. Ha di fronte qualcuno che ha davvero il basket nel sangue, che farà davvero strada nella vita. Da un momento all’altro, mette a confronto le proprie possibilità di carriera con quelle di questo ragazzo sconosciuto.

Gary guarda Kirk Hinrich, futuro cestista della NBA, e capisce che il basket non fa per lui.

La luce in fondo al tunnel

In una sera, Gary Woodland si trova senza una strada da percorrere. Potrebbe fare finta di niente, mirare a qualche squadra minore e vivere una versione sbiadita del suo sogno. Potrebbe illudersi che sia stato un caso, che il suo avversario era semplicemente fuori scala e che c’è ancora speranza.

No, andare avanti è inutile: adesso che sa com’è fatto qualcuno con davvero grandi prospettive, non può più ignorarlo. Da un giorno all’altro, decide quindi di lasciar perdere il basket e di dedicarsi a tutt’altro. Sì, ma cosa?

Nell’armadio, quasi dimenticata, c’è ancora la sua sacca da golf. Gary la tira fuori, le dà una spolverata e la ruota del suo destino riprende a girare.

Così come si era buttato anima e corpo nel basket, Gary si butta anima e corpo nel golf. Solo che adesso c’è qualcosa che quando giocava a basket non c’era; una sensazione strana, anche se piacevole. Una sensazione di giustezza, ecco, come se alla fin fine avesse trovato il posto nel quale doveva essere fin dall’inizio.

A metà anno, Gary cambia università. Si iscrive all’Università del Kansas con una borsa di studio per meriti sportivi, come aveva sempre sognato. Solo che lo fa entrando nella squadra di golf.


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