I campi da golf britannici sono diventati parchi pubblici?

La pandemia ha gettato luce su un problema figlio dei nostri tempi: abbiamo poco spazio. Le case sono sempre più piccole, i giardini sono pressapoco inesistenti, i parchi sono fin troppo pochi. Come conciliare l’esigenza di distanziamento sociale con quella di stare all’aria aperta? Il Regno Unito ha “risolto” la cosa a modo suo, trasformando i campi da golf in parchi pubblici.

Quali sono state le ripercussioni?

Dove far passeggiare le persone?

Tanti campi da golf sono posti molto belli dal punto di vista naturalistico, specie in alcune zone della Scozia e dell’Inghilterra. Ovunque ti giri, puoi ammirare distese di erba verde, piccoli arbusti, alberi tra i quali si muovono uccelli e animali selvatici. Il bello di giocare a golf è anche questo: stare all’aria aperta e godersi tutto questo.

A marzo 2020, i campi da golf britannici sono stati costretti a chiudere per via del Covid-19, rimanendo deserti. Al contempo, migliaia di persone si sono rinchiuse in casa per ridurre al minimo il rischio di contagio. Una situazione pesante economicamente, fisicamente e psicologicamente: dover rimanere tra quattro mura tutti i giorni e tutto il giorno non fa bene, in nessun senso.

Per tamponare il problema, si è deciso di aprire i campi da golf al pubblico e di trattarli come parchi. Da marzo a giugno, le persone si sono riversate su fairway e green per stare un po’ all’aria aperta, in mezzo alla natura.

Niente di male, non fosse che a giugno i campi da golf hanno riaperto. Qui cominciano i problemi.

Il ritorno dei golfisti

A giugno 2020, i golfisti hanno tirato le sacche fuori dall’armadio e hanno rivendicato i loro campi. Neanche a dirlo, questo ha creato un bel po’ di problemi: non sempre i cittadini hanno lasciato questi nuovi “parchi” a cuor leggero. Il caso più emblematico è quello del campo da golf di Hollingbury.

A marzo, quando il campo ha aperto a tutti, moltissime persone hanno preso l’abitudine di frequentarlo con figli e partner. A giugno si sarebbero dovute ritirare negli spazi comuni, ma non sempre è successo. Le persone che passeggiano tra i fairway e portano a passeggio il cane sono aumentate in modo esponenziale, rendendo difficile giocare.

I golf addict lamentano di non poter più giocare in pace, costretti come sono a dover fare lo slalom tra ciclisti e bambini. Alcuni di essi hanno perfino trovato coppiette appartate nei bunker, in barba al distanziamento sociale. Insomma, si è a un punto di rottura: da una parte ci sono le famigliole con bimbi e cane, dall’altra i golfisti.

Che fare?

Aprire i campi da golf ai non golfisti?

La soluzione non è semplice, né per Hollingbury né per gli altri campi da golf. La pandemia ha scatenato una sete di verde e di spazio difficile da contenere: era impossibile che non travolgesse i campi da golf, con i loro enormi spazi verdi. Un gruppo di cittadini ha firmato una petizione per aprire i campi a tutti, causando l’ovvio malcontento dei golf addict della zona.

Il problema è che quegli enormi spazi verdi sono essenziali per giocare, checché ne pensino i non golfisti. Aprirli a tutti è molto bello sulla carta, ma significa impedire il gioco. Cosa fare, quindi?

Un possibile compromesso potrebbe essere trasformare i campi in disuso in parchi, invece che cementificarli. In questo modo si farebbero contenti sia i cittadini sia i golf addict della zona, che non dovrebbero rinunciare al gioco. Non è però detto che questa soluzione vada bene a tutti, tant’è che ci sono molte discussioni su cosa fare o non fare.

La situazione non è semplice e non si far nient’altro che aspettare e vedere cosa si deciderà.


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