Il golf sta conoscendo una nuova primavera?

Il golf sta conoscendo una nuova primavera?

In alcuni paesi del mondo, il Covid-19 ha risvegliato una (non troppo) inaspettata voglia di giocare a golf. Le persone sentono il bisogno di fare sport in sicurezza e, come qualsiasi golf addict sa bene, il golf è uno dei modi migliori. Riesce infatti ad essere uno sport sfidante, impegnativo, da praticare prevalentemente all’aria aperta e a prova di distanziamento sociale.

Negli Stati Uniti, questa tendenza è evidente: nel 2020, c’è stato un aumento dei neofiti del golf. Approfondiamo la questione.

DOPO LA CADUTA, LA RISALITA

A onor del vero, la pandemia ha colpito duramente anche i campi da golf. I divieti di apertura hanno messo in ginocchio molte attività anche in questo settore. Negli Stati Uniti, ad oggi uno dei paesi al mondo nei quali si gioca di più a golf, i round giocati hanno subito un calo dell’8,5% a marzo 2020 e del 42% ad aprile 2020.

I dati di National Golf Foundation fanno il ritratto di un disastro. O meglio, lo farebbero se la storia finisse qui.

Il 2020 è stato un anno duro anche per i golf club, intendiamoci. Eppure, nei mesi successivi ad aprile la situazione è migliorata. Anzi, ha superato abbondantemente le aspettative. Il Covid-19 continua ad essere un disastro per le attività accessorie legate al golf, come i ristoranti dei golf club. Eppure, ad agosto 2020 sono stati giocati il 20% di round in più rispetto ad agosto 2019. Entro dicembre, la percentuale è salita al 37%.

Tutto questo succede negli Stati Uniti, dove la cultura del golf è più diffusa ed è più semplice cominciare a giocare. Quest’ultimo è un punto essenziale, dato che sono stati proprio i neofiti a trainare la risalita dei campi da golf.

DA ZERO A GOLF ADDICT

Si calcola che, negli Stati Uniti, i golfisti under 17 siano aumentati del 20% rispetto al 2019. E non finisce qui.

Secondo Golf Datatech, negli Stati Uniti la vendita di attrezzature da golf è aumentata di oltre il 40% rispetto al 2019. Si tratta di un aumento mostruoso, specie considerato che neanche i successi di Tiger Woods nei primi anni 2000 erano riusciti a trascinare così tanto le folle. Nel 2006, c’era stato un aumento del 16% rispetto all’anno prima ed era stato un evento.

Gli oggetti più venduti sono state le sacche da golf e i wedge, con un incremento rispettivamente del 29% e del 26%. Tra gli oggetti più venduti ci sono anche i set di ferri base, comodi per i neofiti che vogliono provare a giocare senza spendere troppo.

Si tratta di dati già di per sé notevoli, specie se si considera che c’è stato invece un calo di acquisti da parte dei più esperti. Inoltre, questo boom di interesse per il golf non si è visto ovunque. In Italia non abbiamo dati precisi, ma pare che i numeri siano stati buoni, compatibilmente con le chiusure. In Giappone, invece, il mercato ha subito un brusco calo.

LO SMART WORKING AIUTA

Lo smart working potrebbe essere un ulteriore fattore positivo per la diffusione del golf, insieme a un approccio meno rigido allo sport. Trovare il tempo per giocare 18 buche tutte le settimane potrebbe essere complicato, almeno per alcune persone. Una volta tagliati gli spostamenti per il lavoro, però, il tempo libero diventa molto di più. Ecco quindi che molti giovani professionisti decidono di dedicarne una parte al golf.

Un ulteriore aiuto pare essere arrivato da realtà come Topgolf e simili, che hanno consentito a tanti di avvicinarsi al golf in modo morbido e flessibile.

Nonostante tutto, quindi, pare che il mondo del golf supererà anche questa. Anzi, chissà che non ne esca rafforzato.


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