Il viaggio di Jim Dent da reietto a campione

La carriera nel PGA Tour di Jim Dent non è particolarmente memorabile: 4 vittorie in tutto, tre delle quali nel Florida PGA Championship. Dent ha ottenuto buona parte dei risultati – sportivi ed economici – nella sua carriera di giocatore senior, durante la quale ha vinto 12 tornei. Non è quello su cui vogliamo concentrarci, però.

Jim Dent è stato uno dei primi Professional di colore. Durante tutta la sua carriera ha dovuto lottare non solo contro i demoni tipici dell’aspirante golfista, ma anche contro la segregazione razziale. Ecco come ce l’ha fatta.

Lavorare come il caddie, la via per la perdizione

Siamo negli anni ‘50, ad Augusta. Jim è un ragazzino neroorfano di madre e di padre, cresciuto dalla zia. La vita non pare intenzionata a promettergli grandi cose: siamo nel pieno della segregazione razziale e la sua famiglia non ha grandi mezzi. Jim non può fare molto, se non lavorare duro e guardare dal basso il profilo dell’Augusta National Golf Club.

In quel luogo magico, si tiene il grande torneo The Masters. Di tanto in tanto, Jim e i suoi amici fanno delle buche nel terreno e fanno finta di essere lì, di competere per il titolo. Tutto d’un tratto non stringono più driver e putter messi insieme alla meglio. Tutto d’un tratto il colore della loro pelle non è più un problema.

Perché sì, negli anni ‘50 il PGA Tour è riservato a maschi bianchi, così come buona parte dei golf club. Un ragazzino nero come Jim come può sperare di arrivare lì, un giorno, se non può nemmeno entrare in un campo da golf per imparare? È una storia finita prima di iniziare.

In realtà, Jim un modo per accedere all’Augusta National Golf Club ce l’ha: lavorare come caddie. Potrebbe farsi assumere e carpire i segreti dello sport dai giocatori che assiste. Potrebbe, se solo sua zia glielo permettesse: secondo lei, lavorare come caddie significa imboccare la via della perdizione.

Jim dispera: non riuscirà mai ad accedere all’Augusta. Non fosse che un giorno scopre che il campo è frequentato anche da Jimmy Raines, uomo dedito allo studio della Bibbia e golf addict. Se perfino lui frequenta il club, non può essere un posto così brutto, no? La zia di Jim si convince e, finalmente, inizia il viaggio di Jim Dent.

Un posto dove giocare: è chiedere troppo?

Farsi assumere come caddie è solo il primo passo e nemmeno quello più difficile. Jim deve imparare a giocare e, sopratutto, trovare dei posti nei quali esercitarsi. Per la prima cosa, si affida ai tanti inconsapevoli maestri cui porta la sacca: affianca – e osserva – Hogan, Nelson, Burke… Trovare dei campi che lo accettino è più dura.

All’Augusta National Golf Club sono clementi: se sei nero non puoi nemmeno pensare di iscriverti; se però sei nero e porti via i sacchi di erba gratis, puoi avere ben un’ora e mezza di gioco il lunedì. Un lusso. Funziona così anche nei quattro campi da golf delle forze armate: se sei nero, puoi giocare solo il lunedì e solo se lavori per loro. La selezione è durissima, ma quanto meno Jim trova dove giocare.

A diciassette anni, Jim potrebbe lasciarsi questa follia del golf alle spalle. Il Paine College gli offre una borsa di studio per meriti sportivi e lui entra nella squadra di football. Molla tutto dopo un anno: il richiamo del golf è troppo potente.

La vita (e la carriera) inizia a 50 anni

Jim Dent lavora come cameriere per sette anni, giostrandosi tra lavoretti sottopagati, lavoretti non pagati e basta, golf e tornei. Fa comunella con James Black, un altro aspirante Professional di colore con il quale gira di torneo in torneo. Partecipano soprattutto ai tornei organizzati dalla United Golfers Association, l’associazione per i golfisti neri.

La passione di Jim lo porta in California, dove incontra il suo futuro mecenate Mose Stevens, un uomo d’affari anche lui nero e affascinato dalla passione del ragazzo. Mose compra a Jim le palline per fare esercizio, gli paga perfino delle lezioni private con il vecchio campione di golf Johnny Goodman. È curioso di vedere in cosa sfocerà, tanta passione.

Nel 1966, Jim Dent passa a professionista e, sempre in quegli anni, riesce a qualificarsi per i primi eventi del PGA Tour. Sarebbe bello poter dire che inizia subito a raccogliere vittorie e a guadagnare, ma non sarebbe vero. In realtà, la strada è ancora lunga per lui.

La vera carriera di Jim inizia quando compie 50 anni e passa al Senior PGA Tour. Fino ad allora, ha guadagnato solo 500 mila dollari come Professional, pochissimo se commisurato agli sforzi fatti. In dieci anni come senior, vince 12 tornei e guadagna 9 milioni di dollari.

Il vero lieto fine

Sapere che Jim alla fine ha raggiunto i suoi obiettivi, riuscendo anche a guadagnarsi da vivere nel farlo, sarebbe già un bel finale. La cosa davvero bella, però, è un altra: oggi Jim ha un figlio e anche lui sogna di diventare un golfista.

Al contrario del padre, però, Joseph Dent non si è dovuto spaccare la schiena con sacchi di erba per giocare un paio di ore. Lui si è potuto iscrivere nei golf club della zona, ha potuto fare lezione con dei maestri. Per lui la strada è stata molto più semplice, proprio come quella dei suoi colleghi bianchi.


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