Per gli Stati Uniti (e non solo) questo è un periodo particolare. La pandemia ha dato un duro colpo a molti settori, tra i quali spicca quello del turismo. Eppure, c’è un tipo di turismo che pare godere di ottima salute: quello del benessere di lusso, cui spesso si affianca quello del golf.
I golf addict statunitensi si stanno riversando in resort dotati non solo di splendidi campi da golf, ma anche di centri benessere da sogno. Perché questo fenomeno? Cosa sta succedendo?
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Oasi in mezzo alla confusione
Il fenomeno è meno strano di quanto si potrebbe credere: questi golf resort di lusso sono spesso situati in zone remote, lontane dalle grandi città e dalla confusione di questo periodo. Gli ospiti le percepiscono quindi come oasi in mezzo al verde, porti sicuri nei quali rifugiarsi e godersi la propria passione. Non del tutto a torto, a onor del vero.
Un esempio abbastanza emblematico è il Sundara Inn & Spa, in Wisconsin. Il resort comprende uno splendido campo da golf da 18 buche, ville private, sentieri per l’hiking che attraversano 32 ettari e passa di bosco. La città più vicina è a più di un’ora di auto, oltre chilometri di verde che fanno da cuscinetto.
Molti amanti del golf – ma non solo, a onor del vero – stanno rifugiandosi in strutture del genere, in modo da stare più tranquilli. A detta di uno dei manager della struttura succitata, sono mesi che il resort è pieno per il 95%-100% delle stanze disponibili. Alcuni golf addict preferiscono addirittura volare verso l’Alaska, terra con tanta natura e poche persone.
Meglio stare all’aperto
I resort di lusso non attirano solo golf addict, com’è ovvio: tutti gli amanti del lusso sono attratti da queste luccicanti oasi in mezzo ai boschi. Bisogna però dire che perfino chi non amava il golf all’arrivo finisce per apprezzarlo, alla fine del viaggio. Le realtà di questo tipo stanno infatti vedendo un fiorire delle attività all’aperto, in cima alle quali c’è proprio il golf.
Data la comprensibile paura che dilaga nel mondo, gli ospiti preferiscono dilettarsi in attività che prevedano aria fresca, grandi spazi aperti e abbondante distanziamento sociale. Il golf, appunto, è quella più apprezzata, seguita dallo yoga all’aperto e dalle passeggiate. Spopolando anche le sedute di meditazione guidata, ottime anche per i golf addict: come abbiamo visto, meditare insegna a giocare meglio.
A coronare il tutto ci sono le attrezzatissime Spa, che propongono trattamenti New Age e simili. Mentre un tempo erano attività di nicchia, oggi stanno conoscendo una nuova primavera soprattutto tra chi vuole controllare l’ansia.
Quali sono le misure anti-Covid?
Il distanziamento sociale sul campo da golf è tutto sommato semplice, specie se lo paragoniamo ad altri sport. Rimane il problema di come gestire gli spazi comuni e le interazioni con altri ospiti del resort. Queste oasi in mezzo al verde non rischiano di diventare nuovi focolai? A detta di chi li gestisce, no.
Abbiamo già parlato del golf resort spagnolo che fa arrivare gli ospiti in jet. Non tutte le strutture prevedono un jet come commodity, ma riducono comunque al minimo le possibili occasioni di contagio tra gli ospiti. Alcune hanno ridotto il numero di camere disponibili, altre hanno messo a disposizione servizi di check-in online da processare a distanza.
La soluzione più popolare è sicuramente offrire piccole ville private, dedicate a nuclei di “congiunti” e separate da tutte le altre. Una volta entrati, gli ospiti possono prenotare tee time e trattamenti senza incontrare neanche un ospite, nel più completo relax.
Proprio come se in mezzo al bosco ci fossero solo loro, la Spa e il campo da golf. Un rifugio sicuro in mezzo alla confusione.
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