Quando si parla di golf, i più pensano a uno sport nato nel ‘700 per riempire le giornate dei nobili inglesi annoiati. Addirittura, si dice che il nome stesso sia l’acronimo di “Gentlemen Only Ladies Forbidden” (“solo per gentiluomini, vietato alle signore”). Peccato che periodo, luogo e origine del nome citati siano tutti e tre falsi.
La genesi del nome è molto più appassionante di un mero “vietato l’ingresso alle signore”: merita un articolo a parte. Concentriamoci invece su quando e dove sarebbe nato il golf. Purtroppo il condizionale è d’obbligo perché, come vedremo, le origini dello sport risalgono a molto prima del XVIII secolo…
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Il golf è davvero lo sport più antico del mondo?
Abbiamo testimonianze di sport molto più antichi del golf, risalenti addirittura al 3000 a.C. I greci praticavano uno sport simile all’attuale hockey sull’erba, mentre i persiani giocavano a polo. Il golf è relativamente recente in confronto, ma è comunque uno dei più antichi sport attualmente giocati.
La prima testimonianza scritta di uno sport simile al golf risale al 1261 d.C., più di 800 anni fa. Il poeta fiammingo Jacob van Maerlant’s Boeck Merlijin parla di un gioco tipico dei Paesi Bassi, comune soprattutto nelle campagne. Come vedremo nel prossimo paragrafo, siamo ancora lontani dal golf come lo intendiamo oggi. Ciononostante, è la prima versione nota dello sport che tutti noi pratichiamo.
Da qualche parte tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400, gli scozzesi si appropriano di questo “proto-golf”. Pur mantenendo i principi di massima inventati nei Paesi Bassi, introducono regole nuove per aumentare la difficoltà dello sport. Possiamo dire che è qui che nasce il golf come lo intendiamo noi, quello con le 18 buche.
Purtroppo il golf contemporaneo non ha una data di nascita precisa. Sappiamo solo che nel 1457 è piuttosto popolare e che viene praticato già da tempo. Da abbastanza tempo da essere bandito con un Atto del Parlamento Scozzese, quanto meno.
Come funziona il golf delle origini?
Jacob van Maerlant’s Boeck Merlijin e altri dopo di lui espongono alcune regole di questo proto-golf. I giocatori devono colpire un bersaglio posto a centinaia di metri di distanza usando una pallina. L’unico modo che hanno per lanciare la pallina è colpirla con un bastone. Vince colui che riesce a raggiungere il bersaglio usando meno tiri degli altri.
Esaminando le testimonianze dell’epoca, ecco cosa sappiamo di questa prima versione del golf:
- il bersaglio è solo uno;
- non ci sono buche;
- ha poche regole;
- è molto popolare;
- si gioca a soldi;
- provoca troppi danni, per i gusti dei legislatori.
I campi da golf odierni sono ancora fantascienza, nel ‘300: i primi golfisti non si fanno problemi a giocare anche in città. La cosa dev’essere particolarmente fastidiosa, perché nel 1360 il concilio di Brussels proibisce il gioco su tutto il territorio. Chi viene sorpreso armato di pallina e bastone rischia grosso: 20 scellini di multa o la confisca del proprio cappotto.
Nel 1387, Albrecht di Bavaria è un po’ più morbido: il gioco d’azzardo in tutte le sue forme è bandito dalla città di Brielle, golf compreso. I cittadini possono però continuare a giocare con palline e bastoni, purché fuori dalle mura.
Probabilmente il provvedimento argina le scommesse, ma non i danni causati dalle palline volanti. Due anni dopo, il reggente dispone che si giocherà solo in un campo specifico, ben lontano da qualunque edificio possa venire danneggiato.
In che modo il golf ha raggiunto i quattro angoli della Terra
Il golf è una passione, prima che uno sport. Gli scozzesi se ne innamorano a prima vista, ci giocano ad ogni occasione e ne parlano a chi non lo conosce.
Nel corso del XVIII secolo, soldati e immigrati scozzesi iniziano a visitare il resto delle Isole Britanniche in massa. Com’è ovvio che sia, ciascuno di loro porta un pezzetto di casa con sé: ricette di famiglia, tradizioni, passioni. Tanti di loro mettono in valigia anche ferri e palline, nella speranza di trovare qualcuno con cui giocare anche lontano da casa.
Nel XIX secolo, i golf addicted scozzesi e inglesi vanno addirittura oltreoceano, in Australia e in Canada e in Sud Africa e in America. Pian piano, inizia a circolare una voce: “Gli scozzesi hanno portato con sé un nuovo sport, anzi, una nuova sfida. Chi sarà abbastanza in gamba da coglierla?”
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