Una collezione di Putter? No, una collezione di Putter d’oro

A vederlo da fuori, l’edificio sulla West Peoria Avenue sembra un palazzone come tanti altri. La sua facciata marrone chiaro è quanto di più insignificante potresti trovare in un posto del genere, eppure nasconde un segreto. Anzi, ne nasconde ben 2.800.

Una volta attraversato l’ingresso, ti trovi uno studiolo che dà su una porta blindata. Ti chiedi allora cosa ci possa essere di così prezioso, in un palazzone come tanti. Poi superi la porta blindata e ti trovi di fronte al Fort Knox del golf: una collezione di putter placcati d’oro.

Cosa ci fa un tesoro del genere qui e a chi appartiene?

Una stanza piena di vittorie

La camera blindata appartiene alla PING, casa produttrice di attrezzatura per il golf di alta qualità. Il loro motto è “Per coloro che vogliono giocare al loro massimo” e questa stanza sembra esserne l’incarnazione, in più di un senso.

Tutto inizia negli anni ‘70, quando alla guida dell’azienda c’è il fondatore Karsten Solheim. Per lui il golf è molto più che un lavoro o una fonte di soldi: è una vera e propria passione. Segue tutti gli eventi del PGA Tour con il cuore in gola e ammira coloro che riescono a raggiungerne le vette, guadagnando il primo posto. Li ammira così tanto, che gli piacerebbe onorare in qualche modo le loro vittorie.

È così che nascono i primi putter d’oro della collezione. Solheim fa realizzare due copie perfette del putter di ciascun vincitore di un Major o di un evento del PGA Tour. A differenza degli originali, però, questi putter sono placcati d’oro e riportano sia il nome del vincitore sia quello del torneo vinto. Un putter viene donato al campione in questione, mentre l’altro rimane nella collezione della PING.

A più di 50 anni dall’inizio di questa tradizione, la camera blindata conta ormai più di 2.800 pezzi da collezione.

Putter sempre più d’oro e sempre più preziosi

Un putter placcato d’oro è giù di per sé un oggetto di grande valore, come dimostrano i set Honma Beres di cui abbiamo già parlato. Per 30 anni, quindi, Karsten Solheim regala dei piccoli tesori a chiunque dia prova di sé sui green più importanti del mondo.

Nel 1995, il figlio Solheim gli subentra alla guida dell’azienda e decide di modificare quella che è ormai una tradizione. I putter conservati nella sede della PING rimangono placcati d’oro. I putter regalati ai golfisti diventano invece d’oro massiccio, quindi ancora più preziosi di prima.

Si stima che ogni putter pesi circa 11 kg e valga pressapoco $30.000. Ciascun pezzo è praticamente un piccolo tesoro, tanto che i putter d’oro di PING sono diventati una storia dal sapore quasi di leggenda. Sono qualcosa che fa sognare a occhi aperti i tanti piccoli campioni di domani, che già immaginano il loro nome impresso nell’oro.

La vittoria più bella

Nella camera blindata sulla West Peoria Avenue ci sono 2.800 vittorie, ma non tutte sono state ottenute sul campo da golf. Tra i tanti nomi di chi ha vinto questo o quel torneo, ci sono anche quelli di coloro che si sono distinti per altri motivi.

È il 2013,Hunter Mahan sta partecipando all’RBC Canadian Open, a Glen Abbey. Sarebbe sbagliato dire che ha la vittoria in tasca: il golf può sempre riservare grandi sorprese. I primi due round sono però un successo e anche il terzo sta andando molto bene. Non ha la vittoria in tasca, ma è sicuramente il favorito. Se va avanti così, il titolo è suo.

D’un tratto, arriva una chiamata: sua moglie è in travaglio. Mahan lascia la gara e la probabile vittoria, vola dalla moglie e dalla figlia in arrivo. Perde così il premio, ma riesce ad assistere alla nascita della sua piccola Zoe Olivia. Pazienza: vincerà un altro anno.

Qualche mese dopo, PING gli fa sapere che hanno qualcosa per lui: è un putter d’oro, lo stesso che avrebbe usato per vincere. Solo che non c’è il suo nome. Sulla testa c’è il nome della sua piccola, accompagnata dalla data di nascita.

Perché non sempre le vittorie più belle sono quelle sul green.


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