Cosa ci fa un alligatore sul campo da golf?

In alcune parti del mondo, trovare un alligatore sul campo da golf è un evento abbastanza comune. In Italia, almeno per il momento, ci accontentiamo di ospiti ben più piccoli e innocui. Perché capita che questi animali invadano i campi da golf e quali sono stati i casi più strani?

La Florida ha un problema di alligatori

O viceversa, a seconda della persona a cui lo chiedi. Gli alligatori fanno infatti parte dell’habitat naturale dello Stato americano e lo abitano da ben prima che arrivassero i golfisti (o gli esseri umani in generale). Molti campi da golf sorgono dove prima c’era il loro territorio, quindi, e i più tenaci hanno deciso di rimanere.

Bisogna anche dire che alcuni campi da golf sono relativamente accoglienti per gli alligatori. Gli ostacoli d’acqua possono prendere la forma di veri e propri laghi e fiumi che, nei casi migliori, diventano la casa di tanti piccoli animali. Abbiamo già visto come un team di ricercatori scozzesi ha trasformato un campo da golf in un paradiso naturale. E, dove ci sono le prede, ci sono anche i predatori.

Gli avvistamenti di alligatori sui campi da golf della Florida sono così tanti da non essere nemmeno più una grande notizia. In primavera, gli animali escono dal letargo e vanno in cerca di cibo e compagne. Di tanto in tanto, il loro sentiero attraversa quello di un ignaro golfista.

È mai capitato che un alligatore attaccasse un golfista?

Di solito, gli alligatori attaccano gli esseri umani solo per difendere il proprio territorio. O se hanno fame e sembrano una preda particolarmente facile. Per evitare di avere problemi, in genere basta non guardarli negli occhi e restare lontano. Se l’alligatore sembra volerti attaccare, inizia a correre il più velocemente possibile.

Sembra piuttosto semplice evitare di avere problemi, ma di tanto in tanto capita che un golfista venga comunque attaccato da un alligatore. Si calcola che circa il 14,5% degli attacchi di alligatore ad esseri umani capiti su un capo da golf. Per fortuna, la gran parte ha un lieto fine.

Ad esempio, il cinquantunenne Scott Lahodik ha avuto la sfortuna di andare in cerca di palline nel posto sbagliato. Nei pressi del nido di un alligatore, per essere più precisi. Per fortuna l’uomo se l’è cavata con una ferita al braccio e poco altro.

La storia di Tony Aarts sembra uscita da un film, invece. L’uomo sta camminando nei pressi di un ostacolo d’acqua, quando un alligatore lo afferra per una gamba e inizia a trascinarlo in acqua. Ormai sembra finita per lui, ma per fortuna ha un’arma con sé: un putter. Tony inizia a colpire l’alligatore sulla testa e sugli occhi, finché la bestia non molla la presa e se ne va.

Il difficile rapporto tra alligatori e palline

A questo punto sorge spontanea una domanda: cosa si fa, se la pallina finisce troppo vicina a un alligatore? La risposta più ovvia è: “la si lascia lì”, specie se finisce sopra la schiena dell’animale come capitato al golf addict David Ksieniewicz. In realtà, esistono delle regole ben precise su come affrontare il problema (sempre che non si sia impegnati a scappare).

Secondo lo U.S. Golf Association rule book, in questi casi si applica la regola 16.1 nella parte dedicata alle condizioni anormali del campo da gioco. Nella versione statunitense, si fa riferimento anche all’eventuale presenza di animali pericolosi, come appunto un alligatore di passaggio.

In questi casi, il giocatore può ovviare senza alcuna penalità. Discorso diverso se la pallina finisce in acqua e l’alligatore se la mangia dopo, è ovvio.


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