Il segreto per vincere tanto, per Lydia Ko? Non pensare al risultato

Lydia Ko è uno strano caso, nel mondo del golf professionale. All’inizio della sua carriera, sembra dover vincere tutto il vincibile: conquista il 1° posto nelle classifiche di Amateur e Professional; diventa una delle 100 persone più influenti al mondo, secondo il Time. Dopo aver toccato queste vette, però, inizia a sperimentare una progressiva discesa.

Nonostante un periodo palesemente difficile, adesso Lydia pare starsi riprendendo. Il 2021 sembra dover essere il periodo della risalita. Lo sarà davvero? Se sì, in che modo?

Dal 1° posto al 55° è un attimo

Come accennato sopra, Lydia Ko ha sperimentato alti e bassi nella sua carriera. Alti davvero alti e bassi piuttosto bassi, a onor del vero. Il suo primo momento di gloria è nel 2012, quando ad appena 15 anni diventa la migliore Amateur del mondo e lo rimane per 130 settimane. Quello stesso anno, fa tremare le vene e i polsi a buona parte delle Professional che incontra.

Nonostante non sia nemmeno una professionista, diventa la più giovane al mondo a vincere un evento del LPGA Tour. Da Amateur passa il taglio di tutti i 25 tornei professionali cui partecipa. Quando comincia a partecipare agli eventi del LPGA Tour, passa il taglio di 53 tornei di fila. Nel 2014, ormai Professional da un anno, raggiunge il 1° posto nella classifica delle Professional migliori al mondo.

Ha nemmeno 17 anni ed è la più giovane di tutti i tempi. Il Time la inserisce nella sua classifica delle persone più influenti al mondo, grazie alla sua capacità di attrarre sempre più giovani nel mondo del golf.

Lydia Ko sembra destinata a diventare un secondo Tiger Woods, eppure qualcosa si inceppa. Inizia a cambiare coacjh e caddie, manca i primi tagli. La sua posizione in classifica scende insieme alle vittorie che riesce a conquistare, sempre più scarse. Nel 2020, è al 55° posto nella classifica mondiale. A 23 anni ha vinto 15 volte nel LPGA Tour.

Di queste, 14 si concentrano prima del 2017.

Lydia Ko è stata solo una meteora, quindi?

Stare in vetta è dura

A dispetto di anni di fallimenti – o forse grazie ad essi – nel 2021 Lydia si sta rimettendo in carreggiata. Al momento orbita intorno al 29° posto in classifica e sta raccogliendo le prime vittorie. Non splende come in quel magico 2014, ma il peggio sembra essere passato. I suoi alti e bassi non sono passati inosservati, però.

Durante una conferenza stampa, un giornalista le chiede cos’è successo esattamente: come è passata dal 1° al 55° posto?

Secondo la giocatrice, è stata tutta colpa della stanchezza. Stare in vetta, al primo posto, è un’enorme soddisfazione. Peccato che sia anche molto faticoso: sotto di te ci sono decide di giocatori pronti a prendere il tuo posto, che ti tengono d’occhio per cogliere qualsiasi segno di debolezza. Basta un attimo di distrazione e c’è qualcun altro al tuo posto, senza che te ne sia nemmeno resa conto.

A quel punto inizi a dirti che devi fare di più, che devi vincere di più. Lo stress aumenta, scendere in campo diventa sempre meno divertente. Inizi a perdere. Cali sempre di più in classifica e, magari, non te ne importa nemmeno così tanto.

Sei stata una meteora. È tutto finito.

Alla fine è tutto un gioco

La salvezza di Lydia Ko – e della sua carriera – si chiama Sean Foley ed è il suo nuovo coach. La prima cosa che ha fatto è stato lavorare sul mindset di Lydia, che aveva preso una brutta china. Abbiamo già parlato di quanto possa essere importante un mental coach; questa storia ne è la dimostrazione.

Per ricominciare a vincere, Lydia ha dovuto imparare a non pensare al risultato. L’unica cosa che può fare è dare il 100%, prima e durante la gara, accettando con gioia qualsiasi risultato arrivi di conseguenza. Se questo basta per farla vincere, ottimo! Altrimenti, significa che la prossima volta andrà meglio.

Grazie a questo cambio di rotta, Lydia ha ricominciato ad allenarsi con costanza e quindi a vincere. Soprattutto, ha cominciato a vivere meglio, con meno stress e più gioia. Chissà che così non torni ad essere la grande promessa dei primi anni.


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