Quanti “Condor” ci sono stati nella storia del golf?

Tutti i golf addict sanno cos’è un “birdie”, ovvero un risultato di -1 sul par. Nel quotidiano non sono così tanto frequenti, mentre sono abbastanza diffusi tra i Professional (Ernie Els cambia pallina dopo ogni birdie e questo gli costa centinaia di dollari all’anno). I “condor” sono tutt’altro discorso.

Il condor è un punteggio così improbabile da essere al limite della leggenda. Non sappiamo quanti giocatori abbiano fatto un punteggio del genere nelle loro partite private, senza telecamere né giornalisti. Da ciò che sappiamo, ci sono stati 5 condor verificati. In tutto.

Cos’è un condor e quanto è (im)probabile?

Un condor è quando si completa la buca con -4 sul par, il che significa due cose:

  • è possibile solo in buche par 5;
  • consiste in un hole-in-one di almeno 420 metri, se non più.

Alcuni lo chiamano anche “triplo eagle” o semplicemente “par-5 ace”, ma la sostanza non cambia: rimane un’impresa notevole. Per darti un’idea, un Amateur ha 1 probabilità su 12.500 di fare un hole-in-one in una buca par 3; è più probabile che tu venga colpito da un fulmine, nel corso della tua vita. Le probabilità di fare un “albatros”, ovvero un punteggio di -3 sul par, si aggirano intorno a 1 su 1 milione.

Nessuno si è mai nemmeno preoccupato di calcolare le probabilità di un condor, tanto sono basse. Eppure, qualcuno è riuscito comunque a farlo.

Gran parte dei condor registrati si sono verificati su buche con una curvatura molto accentuata, il che ha permesso ai giocatori di tagliare parte del percorso. Insomma, hanno “barato”. Ci sono stati però golfisti in grado di fare buca in un colpo da oltre 400 metri di distanza, come vedremo. Senza curve particolari.

Gli hole-in-one più lunghi della storia

L’hole-in-one più lungo della storia è stato quello di Mike Crean nel 2002. L’evento si è verificato presso la 9a buca del Green Valley Ranch Golf Club di Denver, una par 5 lunga 473 metri e abbastanza dritta. C’è una lieve curvatura, ma niente di eccezionale.

Al tempo della storia, Crean ha un handicap di 4, quindi non proprio il ritratto della leggenda del golf. Sta giocando con altri tre amici, un round senza impegno. Il colpo si dimostra buono fin da subito: la pallina prende una bella traiettoria dritta ed finisce sul green. L’uomo e gli amici prendono il loro bravo cart e guidano fino all’area, per cercare la pallina e andare avanti.

La pallina non è da nessuna parte.

Dopo qualche minuto di ricerca, pensano bene di guardare nell’ultimo posto dove poteva essere finita la pallina: in buca. Ed eccola lì, infatti, dopo un solo colpo dato a quasi 500 metri di distanza. I tre amici fanno da testimoni e l’U.S. Golf Register riconosce ufficialmente l’hole-in-one.

L’altro condor ottenuto su una buca dritta risale al 1973 ed è di Dick Hogan. Nonostante il nome dell’uomo e l’impresa che può vantare, non è parente del ben più famoso Ben. Al tempo della storia, Dick è uno studentello e sta giocando al Piedmont Crescent Golf Course di Burlington; è arrivato all’8a buca. Colpisce la pallina e, quando si avvicina, vede che è in buca.

Uno degli amici di Dick sarebbe diventato Professional da lì a poco; lui si è sempre limitato a giocare da Amateur. Ancora oggi, si chiede se quella buca in uno sia reale o se qualche amico gli abbia fatto uno scherzo.

Probabilmente non lo scopriremo mai.

E gli altri?

Ci sono stati altri 3 condor registrati, ma sono stati tutti “facilitati” da curvature molto accentuate. In sostanza, i tre giocatori hanno tutti tagliato parte del campo sorvolando anche alberi e ostacoli vari. Si tratta di un’impresa comunque notevole, tant’è che è riuscita solo tre volte (nel 1962, nel 1995 e nel 2007).

Sarai tu il prossimo?


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