Premessa necessaria: un articolo non può sostituire il consulto di un nutrizionista. Detto questo, cerchiamo di capire insieme com’è fatta la dieta di un golfista, che sia un Professional o un semplice appassionato. Una buona alimentazione aiuta infatti a sviluppare un fisico forte ed elastico, nonché ad accumulare le energie necessarie per giocare 18 buche (se non di più).
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Le proteine sono la chiave, ma attenzione!
A dispetto dello stereotipo del golfista sedentario e con la pancetta, i Professional sono atleti a tutti gli effetti. Non tutti diventano dei mezzi body builder come Bryson DeChambeau, ma spendere diverse ore in palestra è ormai la norma. Una muscolatura forte ed elastica riduce il rischio di infortuni, aumenta la resistenza, aumenta la potenza dei colpi e la loro precisione. Non per nulla, il trend sta prendendo piede anche tra gli Amateur.
Tutto questo allenamento è però inutile, se non addirittura dannoso, quando non viene supportato da un’alimentazione adeguata. Gli sforzi fisici provocano infatti delle microlesioni nei muscoli che, una volta riparate, ne aumentano la tolleranza e la forza. Per fare questo, l’organismo ha bisogno di una quantità di proteine proporzionale alla quantità di lesioni da riparare. Maggiore è stato lo sforzo, maggiore è stato lo stress muscolare, più proteine servono. A grandi linee, è ovvio.
Cosa significa questo? Significa che dovresti sempre assumere una quantità di proteine proporzionata al tuo peso, quando ti alleni. Se non lo fai, i muscoli rimangono a corto di proteine e fanno più fatica a tornare in forma, quindi l’allenamento è meno efficace. Ciò non significa che tu possa imitare l’alimentazione di un Tiger Woods, però.
Salvo eccezioni, un Amateur compie molti meno sforzi fisici di un Professional, che si allena fino a 10 ore al giorno. Di conseguenza, ha bisogno di molte meno proteine di quest’ultimo. Le proteine in eccesso vengono smaltite dai reni, quindi vanno di fatto perse. Finché sono poche, non è un grosso problema. Una dieta iperproteica ingiustificata, portata avanti senza un adeguato controllo medico, può invece causare gravi danni ai reni.
Cosa mangiare prima di giocare?
Partecipare a uno U.S. Open o a un PGA Championship è un’enorme prova di resistenza fisica. Un singolo round dura anche 5 ore, gran parte delle quali vengono passate in piedi e in uno stato di stress continuo. Sfiancante.
Per arrivare in fondo alla gara con le energie – quasi – intatte, servono vitamine, minerali e carboidrati. Questi ultimi servono per fornire all’organismo energia a lento rilascio, perfetta per gli sforzi prolungati. Attenzione, però: onde evitare cali glicemici (il classico “calo di zuccheri”), è sempre meglio consumare carboidrati integrali. Dato che l’organismo impiega più tempo per digerirli, forniscono energia più a lungo.
La cosa migliore sarebbe mangiare 3 ore prima del tee time, per arrivare sul campo leggeri. Per ridurre al minimo il rischio di colpi di fame, i carboidrati andrebbero consumati insieme a piccole quantità di proteine. Un esempio perfetto di pasto pre-gara? Una bella ciotola di fiocchi di avena integrali con yogurt e frutta fresca.
Questi principi valgono anche per gli Amateur, anche se probabilmente dovranno ridurre le quantità: un round con gli amici, magari usando un golf cart, è tendenzialmente meno faticoso di una giornata di Masters.
È consigliabile mangiare mentre si gioca?
In alcuni casi, è inevitabile: se hai mangiato 3 ore prima del tee time e il round dura 5 ore, è difficile arrivare in fondo senza mangiare. Ecco perché molti Professional fanno uno spuntino leggero un’ora prima e mangiano qualcosa anche in gara. Gli spuntini più gettonati sono frutta fresca, frutta secca, crackers integrali. Il tutto viene innaffiato con acqua in abbondanza, per rimanere idratati e lucidi.
Gli Amateur tendono ad essere meno fiscali per ovvi motivi. Se desideri una performance al top, adeguati a quanto detto sopra. Se invece il campo da golf è anche un’occasione per stare in compagnia, magari bevendo una birra, stai sereno: tieniti comunque leggero e goditi il tuo drink.
Non siamo tutti Tiger Woods.
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