Il libro di John Sabino “How to Play the World’s Most Exclusive Golf Clubs” gira intorno a una domanda: i golf club esclusivi sono davvero inaccessibili ai comuni mortali? La risposta dell’autore è molto chiara: no. Con impegno e una buona dose di faccia tosta, è possibile giocare pressapoco ovunque, almeno a detta sua.
Sabino ha dalla sua parte l’essere un giornalista sportivo esperto, con quindi una bella rete di conoscenze. Le sue imprese sono emulabili anche da chi non lavora come giornalista? Non sempre, ma in qualche caso sì.
In qualche caso, sono i golf club stessi a rendere l’impresa più semplice. Negli ultimi anni, infatti, un gran numero di club ha introdotto nuove modalità di iscrizione. Questo vale soprattutto per i golf club statunitensi, ma non solo.
Il modello tradizionale del country club è invecchiato male: le nuove generazioni hanno meno tempo libero e preferiscono spenderlo in compagnia, dedicandosi ad attività appassionanti e memorabili. Sono quindi nate realtà come TopGolf, che mirano ad avvicinare i Millennial al golf in modo alternativo. Ciò ha spinto anche alcuni golf club tradizionali a rivedere le proprie politiche.
Molti golf club un tempo esclusivi hanno iniziato ad aprirsi a giocatori esterni, seppure con paletti estremamente rigidi. L’arrivo della pandemia non ha fatto altro che accelerare il fenomeno: il bisogno di fare sport rispettando il distanziamento sociale ha spinto sempre più persone verso il golf. Chi giocava poco ha rispolverato la sacca da golf, mentre chi non aveva mai giocato ha cominciato a chiedersi se non fosse il caso di iniziare.
In Italia c’è comunque bisogno di tesserarsi alla F.I.G., ma in altri Paesi il processo per iniziare a giocare è un po’ più agile. Golf club come il Firestone Country Club in Akron ne stanno approfittando per aprire agli ospiti esterni.
E SE IL GOLF CLUB È DAVVERO ULTRA ESCLUSIVO?
Ci sono club che rifiutano queste politiche di apertura per principio, come Pine Valley o Cypress Point. In casi del genere, riporre le proprie speranze in una futura apertura al pubblico ha davvero poco senso. Meglio armarsi di buona volontà e, soprattutto, di tanta pazienza. Difficilmente guadagnerai una membership, ma potrai dire di aver giocato in alcuni dei campi più belli al mondo.
Come?
Amicizie. Il modo più facile e, allo stesso tempo, quello più complicato da mettere in atto. Per entrare in certi posti serve l’invito di un membro del club. Se hai la fortuna di conoscere un membro del Cypress Point Club, armati dei suoi cioccolatini preferiti e preparati a chiedergli un favore molto grosso.
Club affiliati. Alcuni golf club offrono entrate agevolate ai membri di club affiliati, seppure con qualche restrizione. Questo presuppone l’essere iscritto almeno a un golf club di alto livello, però.
Tornei pro-am di beneficenza. Esistono molti eventi del PGA e del LPGA tour dedicati anche agli Amatour, aventi come scopo raccolte fondi per enti benefici. Eventi del genere esistono anche in Europa e spesso si tengono in club privati esclusivi, altrimenti inaccessibili. Insomma, un modo per fare del bene e giocare in luoghi bellissimi.
Aste di beneficenza. Di tanto in tanto, i golf club più esclusivi si aprono a pochi eletti per finalità benefiche. Il club mette all’asta uno o più ingressi per raccogliere fondi, poggiandosi a siti come Charity Buzz o simili. Attenzione, però: i posti sono pochi e la competizione è alle stelle.
Come detto all’inizio, servono impegno e faccia tosta per riuscire a giocare in certi posti. Anche un po’ di fortuna non guasta. In gran parte dei casi, ne vale davvero la pena.
Copyright- Tutti i diritti sono riservati.
È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Golf Addict..
