Abbiamo citato più volte Pine Valley, nel parlare di altri campi da golf. La ragione è semplice: da quasi quarant’anni, viene considerato uno dei campi da golf migliori al mondo, il che lo rende di fatto un modello da imitare. Dal 1985, la rivista GOLF lo pone addirittura in cima alla graduatoria, incoronandolo migliore campo da golf al mondo quasi ogni anno.
Possibile che non esistano campi considerati più meritevoli di Pine Valley? Che dire dell’Old Course di St. Andrews, le cui primissime testimonianze risalgono al Cinquecento? E il Royal County Down, che vanta le buche più scenografiche al mondo? Cos’ha Pine Valley che gli altri campi da golf non hanno?
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UN CAMPO SOLO PER POCHI
L’architetto Tom Doak, lui stesso creatore di 4 dei 100 campi da golf migliori al mondo, ha riflettuto sulla questione. Il designer è arrivato a una conclusione: al contrario di tanti altri campi da golf, Pine Valley non accetta compromessi. Non riesci a completare una buca perché è troppo difficile? Nessun problema.
Insisti finché non ci riesci o vai a giocare altrove.
Pine Valley ha conquistato e continua a conquistare i golf addict di tutto il mondo perché è esclusivo. Non parliamo di esclusività solo nel senso sociale del termine. Accedere al campo è già di per sé difficile, se non hai gli agganci giusti o non sei un professionista affermato del golf. Questo sicuramente aiuta a creare un alone di mistero intorno al campo da golf, quasi di leggenda, rendendolo desiderabile.
Desideriamo sempre ciò che è difficile da ottenere.
Quella di Pine Valley è però un’esclusività più profonda, come accennato sopra. Avere le amicizie giuste, lavorare per un grande giornale di settore, ti aiuta ad entrare. Non ti aiuta a completare il percorso. Un percorso memorabile, con scorci di grande bellezza naturalistica, ma anche complesso e un po’ intimidatorio. Un percorso per pochi che, proprio per questo, fa innamorare di sé tanti giocatori esperti.
MANUTENZIONE COSTANTE E OSSESSIONE: IL SEGRETO DEL SUCCESSO
Un campo da golf richiede una manutenzione costante, anche quando non ha la pretesa di far fiorire il deserto come Shadow Creek. Bisogna innaffiare l’erba, mantenerla della giusta altezza, controllare le condizioni dei diversi ostacoli sparsi lungo il percorso. E poi c’è la manutenzione più subdola e meno banale: assicurarsi che le buche siano all’altezza delle aspettative; fornire un servizio completo ai giocatori; correggere eventuali piccoli errori nel design, se possibile.
Per fare tutto questo sempre, con costanza, servono un grande rispetto per i giocatori e anche un pizzico di ossessione. Il design è importante, ma senza le giuste cure un campo da golf tende inevitabilmente a deteriorarsi.
Il ruolo di George Arthur Crump fu fondamentale per rendere Pine Valley ciò che è oggi; se non altro perché morì senza un soldo, pur di creare il campo. Colui che però gettò le basi del successo di Pine Valley fu Eb Steiniger.
Prima giardiniere e poi sovraintendente, Steiniger è colui che rese standard l’odierna manutenzione maniacale di Pine Valley. I test per la vitalità dell’erba furono un’idea sua. Molta dell’attrezzatura che rivoluzionò la manutenzione del campo da golf è di sua invenzione. Non avrà contribuito in modo diretto al design, ma per decenni ha lavorato affinché ciascuna buca fosse sempre perfetta.
LA DEDIZIONE PRIMA DI TUTTO
Forse la vera ragione per cui Pine Valley piace tanto è la dedizione che vi si respira. Ciascuna buca è un atto d’amore verso il gioco, che si manifesta in tanti modi: nella volontà di regalare sfide sempre più dure; nell’attenzione al paesaggio e all’aspetto più naturalistico del campo; nella manutenzione ossessiva.
Pine Valley è nato dalla volontà di un uomo con un grande sogno, che ha letteralmente dato tutto per realizzarlo.
Come si potrebbe non amarlo?
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