Decidere qual è la buca più difficile nel mondo del golf, è un affare complicato. Più difficile per chi e secondo quali criteri? Infatti, le opinioni a riguardo sono quasi tutte discordanti. Fanno eccezione poche buche davvero infernali, che per un motivo o per l’altro hanno fatto soffrire i golf addict di tutto il mondo.
Non possiamo non citare la Extreme 19th, ovvero la buca più alta al mondo. Quando bisogna fare una classifica delle buche più difficili, salta quasi sempre fuori. Può darsi che sia davvero la buca più difficile da completare, ma conferirle il titolo non è del tutto corretto.
In primis, la difficoltà della buca non è data da finezze nel design o da ostacoli particolarmente elaborati. Molto più semplicemente, il tee della buca si trova in cima a una montagna. Per raggiungerlo, bisogna prendere un elicottero e le palline sono dotate di gps, altrimenti recuperarle sarebbe di per sé un’impresa.
Inoltre, come il nome può far intuire, la Extreme 19th non fa parte del percorso regolare. Se soffri di vertigini, puoi completare il percorso di 18 buche e lasciar perdere i viaggi in elicottero. Le altre buche che citeremo, invece, vanno completate per portare a termine il percorso. Anche senza elicottero.
La 18a dello Houston Open, Golf Club of Houston
Secondo le statistiche del PGA Tour, la 18a buca dello Houston Open, presso il Golf Club of Houston, è quella che ha fatto versare più lacrime nella stagione 2019-2020. Tra le buche dei campi meno famosi nei quali si gioca abitualmente, quanto meno.
La 18a è una buca par 4 lunga 446 metri; nella stagione in questione, la buca è stata completata con 0,501 colpi sopra il par. Alcuni Professional in vena di diplomazia l’hanno definita “brutale”, “terrificante”, “ridicola”. Insomma, proprio l’incoraggiamento che serve per affrontarla a cuor leggero e con tranquillità.
I problemi iniziano fin dal tee: l’area è circondata da profondi bunker di sabbia in agguato lungo il fairway. Ovviamente, sono posizionate proprio nei punti dov’è più probabile che finisca la pallina. Dall’altra parte c’è un bel laghetto con tanto di cascatelle, che abbraccia ben bene il green. Il tiro devia un po’ troppo? Saluta per sempre la tua pallina.
La 16a buca di Cypress Point
La 16a buca di Cypress Point è famosa per essere una delle più spettacolari al mondo, dato che dà direttamente sull’oceano. Il problema è che l’Oceano Pacifico viene usato anche come un’enorme ostacolo d’acqua.
Il percorso ti porta su una piccola penisola, già di per sé piena di rocce ed ostacoli. In teoria, dovresti raggiungerne il bordo e tirare verso l’altra riva, facendo volare la pallina per oltre 200 metri sopra l’oceano.
Se mai avrai l’occasione di giocare a Cypress Point, procurati una buona scorta di palline.
La 17a buca dell’Old Course, St Andrews
Chiudiamo con una delle buche in assoluto più famose al mondo, la Road Hole dell’Old Course. Nel corso degli Open Championship, è la buca che vanta in assoluto più “bogey” (punteggi di +1 sul par). Di contro, i birdie sono una specie in via d’estinzione da queste parti, con buona pace di chi spera di cavarsela in fretta.
Il modo più classico per affrontare il primo colpo è leggermente rivolti a sinistra. Il modo più classico nel quale va a finire è con la pallina in un rough. L’erba, fitta e rigogliosa, viene regolarmente innaffiata dalle lacrime di chi ci finisce in mezzo.
Per conquistare il green, devi superare un’ampia varietà di bunker, tra i quali un buco nel terreno a pochi passi della buca. Chi riesce a superare pressapoco indenne il rough, spesso si trova a cercare un modo per far uscire la pallina da lì.
Buon divertimento.
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