Una buona fetta di golf addict si accontenta di giocare da Amateur, seppure dando il meglio di sé. Di tanto in tanto, però, qualcuno decide di trasformare questa passione in un vero e proprio lavoro. Di più: in una vocazione, diventando un campione di golf a tutti gli effetti.
In questo articolo vedremo cosa serve per diventare un Professional sulla carta e, soprattutto, se puoi realisticamente sperare di diventare un campione.
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Cosa serve per diventare golfista professionista
Diventare un golfista professionista non significa necessariamente diventare un campione (o viceversa, come dimostra la storia di Bobby Jones). Prima di tutto, bisogna distinguere due tipi di professionismo nel golf:
- insegnanti di golf, che in Italia devono aver seguito un iter formativo presso la Scuola Nazionale di Golf ed essere iscritti all’Albo;
- giocatori di torneo, iscritto all’Albo Atleti.
In questo articolo, ci concentreremo sulla seconda tipologia.
In Italia, per diventare Professional bisogna superare delle prove in circuiti riconosciuti dalla FIG. Nello specifico, l’abilitazione avviene nei seguenti modi.
- Acquisire almeno 0,01 punti nell’OWGR (Official World Golf Ranking). Ciò comporta riuscire a qualificarsi in una competizione riconosciuta dal sistema di valutazione, impresa già di per sé ardua.
- Superare almeno un taglio in un circuito riconosciuto dall’OWGR o dal Rolex Ranking.
- Classificarsi entro il 5° posto del Campionato Open Italiano.
- Essere stato convocato ad almeno un Campionato Europeo Assoluto Dilettanti, nei tre anni
Salvo nel primo caso, gli altri presuppongono che l’aspirante Pro abbia già richiesto la valutazione della Commissione.
Da questa lista emerge una cosa: la selezione per diventare un Professional è durissima. Solo una frazione di Amateur ha le carte in regola per diventare un golfista professionista. Di questi, saranno ancora meno quelli che diventeranno davvero dei campioni di golf.
Quanto si allenano i campioni
Ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato ai punti in comune tra Woods e Mozart: per diventare dei campioni, che sia nell’arte o nel golf, la chiave è l’ossessione. Per fare tutto il necessario per arrivare in vetta, bisogna infatti dedicare tutto il proprio tempo libero alla disciplina scelta.
Si dice che servano 10.000 ore di pratica per padroneggiare qualunque disciplina, golf compreso. Già questo dovrebbe far comprendere quanto lavoro serve per diventare un campione di golf. C’è di più, però: i campioni si allenano sempre e si concentrano su quello che riesce loro peggio. Solo così riescono a superare i loro punti deboli e diventare sempre più bravi.
Siamo tutti capaci di passare ore facendo ciò che ci piace. Quanta disciplina serve per passare ore facendo ciò che non ci piace ma che serve per fare meglio ciò che ci piace? È questo che un vero campione fa.
Se vogliamo entrare nel dettaglio, un campione o un aspirante tale dedica almeno 5-6 ore al giorno al golf. Durante queste ore non si limitano a giocare, ma ripetono i singoli movimenti fino allo sfinimento.
Passare ore facendo swing non è sanissimo per la colonna vertebrale. Inoltre, il golf ha anche una componente muscolare che tanti Amateur trascurano. Un aspirante campione, invece, dedica sempre qualche ora anche all’allenamento muscolare. In questo modo riducono il rischio di infortuni e migliorano le proprie performance.
Quando bisogna cominciare?
Come in tutte le cose, prima si comincia e meglio è. La storia di Dan McLaughlin riassume bene perché per un adulto è più difficile diventare un campione.
- Ha meno tempo a disposizione, dato che bisogna lavorare per vivere.
- È più debole e fragile rispetto a una persona giovane, il che lo aumenta il rischio di infortuni.
- Dato quanto visto sopra, serve un’enorme motivazione per seguire un percorso del genere.
Mentre un bambino ha tutto il tempo per affinare la propria tecnica e può passare ore sul green, un adulto deve fare i conti con le proprie responsabilità. Ciononostante, ci sono comunque golfisti che hanno iniziato tardi con buoni risultati. E poi si sa: c’è sempre una prima volta.
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